La Bibbia e le lettere - Generalità

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Le lettere alle chiese

Nei tempi antichi, il mezzo di comunicazione più utilizzato era quello epistolare.

Molte delle informazioni su quest’epoca ci giungono da questo tipo di letteratura, che occorre talvolta decifrare e combinare ad altre fonti di informazione.

Non sorprende dunque che i primi responsabili della comunicazione del messaggio di Gesù scrivessero delle lettere.

Le lettere (dette anche epistole) pastorali o di evangelizzazione potevano essere indirizzate a gruppi o comunità di credenti, ma anche ai singoli.

Si trattava talvolta di lettere circolari, di cui l’autore conservava una copia, destinate a essere lette all’assemblea di una data comunità per poi essere trasmesse a un altro gruppo.

Il Nuovo Testamento contiene una raccolta di 21 lettere appartenenti alle categorie sopra indicate.

Gran parte di queste lettere appartengono all’epistolario paolino (le lettere di Paolo), ma fra gli altri autori c’è anche l’apostolo Pietro (il primo discepolo di Gesù), Giacomo (probabilmente un fratello di Gesù), Giuda (un “servo di Gesù Cristo”) e Giovanni (il discepolo già autore dell’omonimo Vangelo e dell’Apocalisse).

Gli autori

In generale, ogni lettera del Nuovo Testamento inizia con un saluto che rivela il nome dell’autore, talvolta quelli dei suoi collaboratori, e quello del destinatario o dei destinatari.

La maggior parte di queste lettere è stata dettata a uno scrivano e poi firmata dal mittente.

In questo caso, la firma era preceduta da un saluto affettuoso aggiunto di proprio pugno dallo scrivente.

Esempio di introduzione di una lettera:

Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, ai santi che sono a Efeso credenti in Cristo Gesù: grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo.

(Efesini 1:1-2)

Esempio di introduzione di una lettera “circolare”:

E quando questa lettera sarà stata letta da voi, fate che venga letta anche nella Chiesa dei Laodicesi e anche voi leggete quella inviata ai Laodicesi.

(Colossesi 4:16)

Esempio di saluto finale di una lettera:

Vedete con che grossi caratteri vi scrivo, di mia mano… La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen.

(Galati 6:11,18)

La lettera agli Ebrei è priva di un’introduzione che permetta di scoprirne il mittente.

Molti l’attribuiscono all’apostolo Paolo, ma il consenso non è unanime e la questione relativa al suo autore è tuttora dibattuta.

Lo stile di questa missiva è particolare e non riconducibile a un altro autore come, per esempio, Giacomo (del quale abbiamo già una lettera) o Apollo (un collaboratore di Paolo), ma il nome dell’autore non è certo.

Ciò non toglie che questa lettera sia stata inclusa nel canone neotestamentario.

Alcune lettere sono dei veri e propri testi dottrinali e possono essere considerate dei monumenti della fede, come la Lettera ai Romani, scritta da Paolo. Altre sono di carattere assai più personale.

Lo stesso Paolo ha scritto diverse lettere a persone specifiche: due al suo discepolo e figlio spirituale Timoteo, una a Tito, altro suo discepolo e collaboratore, e una a Filemone, un amico personale.

Lettere di Paolo

  • Ai Romani
  • Ai Corinzi (2)
  • Ai Galati
  • Agli Efesini
  • Ai Filippesi
  • Ai Colossesi
  • Ai Tessalonicesi (2)
  • A Timoteo (2)
  • A Tito
  • A Filemone

Lettera di autore ignoto

  • Agli Ebrei

Altre lettere o lettere cattoliche (universali)

  • Di Giacomo
  • Di Pietro (2)
  • Di Giovanni (3)
  • Di Giuda (non l’Iscariota)

Le lettere: l’apostolo Paolo

Dalla sua conversione si è subito capito che questo personaggio sarebbe stato il più grande di tutti gli evangelizzatori.

Ci troviamo, infatti, davanti a colui che più di chiunque altro si adoperò per lo sviluppo della dottrina cristiana e il fondamento teologico delle prime Chiese.

Dopo la sua improvvisa conversione, Saulo di Tarso diviene l’apostolo Paolo e occupa un ruolo di spicco nella Chiesa primitiva, soppiantando Pietro.

Ben presto arriva a occuparsi delle varie comunità cristiane che si formano assai rapidamente lungo il bacino del Mediterraneo.

Viaggiatore instancabile e zelante propagatore della buona notizia del Vangelo, Paolo intraprende tre lunghi viaggi, le cui tappe si protraggono per diversi anni, il tempo di fondare una Chiesa e di formarne i responsabili (i pastori) prima di spostarsi in un’altra città strategica.

Per mantenersi in contatto con le Chiese che ha fondato, Paolo intrattiene una vera e propria corrispondenza epistolare.

Da ogni parte gli giungono domande cui egli cerca, con le sue missive, di dare una risposta.

Poiché non ci sono pervenute le lettere contenenti i vari quesiti formulati dalle comunità cristiane, possiamo soltanto intuirne la natura dalle risposte di Paolo nelle poche lettere che ci sono pervenute.

Paolo è certamente il primo autore del Nuovo Testamento, visto che, a quanto pare, le sue lettere circolavano assai prima che Marco avesse il tempo di scrivere il proprio Vangelo.

Le lettere: Giacomo, fratello di Gesù?

Nel Nuovo Testamento ci sono diversi omonimi di Giacomo, soprattutto nei Vangeli.

Abbiamo Giacomo apostolo (figlio di Zebedeo e fratello di Giovanni) e un altro discepolo suo omonimo, chiamato anche “il figlio di Alfeo” e talvolta “Giacomo il minore”.

L’evangelista Marco (6:3) e Paolo (Galati 1:19) riferiscono l’esistenza di un fratello di Gesù di nome Giacomo.

L’autore della lettera in questione potrebbe essere Giacomo di Zebedeo, il fratello di Giovanni, che però è stato uno dei primi martiri (fu condannato a morte da Erode Agrippa I, come apprendiamo in Atti 12:1-2) e sembra

impossibile che abbia avuto il tempo di scrivere questa lettera alla vigilia della sua tragica morte.

Rimane dunque Giacomo il fratello di Gesù.

Gli stessi padri apostolici hanno attribuito questa lettera al fratello di Gesù, che era un pilastro della Chiesa di Gerusalemme.

Più tardi, quando la Chiesa cattolica ha approvato il dogma della verginità perpetua di Maria, il termine “fratello” riferito ai consanguinei di Gesù è stato inteso in senso lato, nell’accezione mediorientale, per indicare un parente, forse un cugino.

Le lettere: l’apostolo Pietro

Il tono di Pietro nei Vangeli è molto diverso da quello che contraddistingue le due lettere che recano la sua firma. Per tale motivo ci si è domandati a lungo se Pietro fosse l’effettivo autore di questi testi.

In effetti, forte dell’autorità di cui Gesù l’aveva investito, Pietro potrebbe essere assai più autorevole nelle sue lettere.

Gli scritti a lui attribuiti sono, invece, piuttosto sobri: si stenta a riconoscervi la mano del sanguigno Pietro. Comunque, nulla ci impedisce di pensare che egli si sia “dato una calmata” dopo i suoi colpi di testa e soprattutto

dopo le “bacchettate” ricevute da Gesù.

Potremmo però avere dei dubbi sul fatto che Pietro, il rozzo pescatore, sia stato in grado di scrivere delle lettere così ben costruite e in un greco tanto perfetto.

Ma, esaminando il testo un po’ più da vicino, apprendiamo che un certo Silvano (non Ebreo) si è prestato come segretario nella stesura di questa lettera.

È quindi del tutto possibile che colui che pretendeva di camminare sull’acqua incontro al suo Maestro e tirava così goffamente di scherma sia anche l’autore delle due lettere che portano il suo nome.

Le lettere: l’apostolo Giovanni

Le tre lettere attribuite a Giovanni sono davvero state scritte da colui che conosciamo come l’autore del Vangelo e dell’Apocalisse?

La domanda è lecita, poiché non sono autografe.

Gli esperti rilevano notevoli affinità fra la Prima lettera e il Vangelo.

Se Giovanni non ne è l’effettivo autore, si può supporre che provengano da un ambiente vicino a lui (la scuola giovannea).

La prima lettera somiglia più a una sintesi dottrinale, mentre le altre sono poco più di biglietti, appunti, promemoria…

Le lettere: Giuda, il servo

Non si sa molto di questo Giuda, a parte il titolo che lui stesso si attribuisce, “servo di Gesù Cristo”, e il fatto che si presenti anche come “fratello di Giacomo”.

Non va confuso con Giuda l’Iscariota, il traditore: nel Vangelo di Marco notiamo, infatti, che fra i Dodici c’è un altro Giuda, detto Taddeo, un altro fratello di Gesù.

A proposito dei “fratelli” di Gesù, tenete a mente quanto già spiegato a proposito di Giacomo.

È interessante notare che anche Giuda, come Giacomo, si presenta come “servo”: di Dio e del Signore Gesù Cristo!

La Lettera di Giuda è uno dei testi più brevi del Nuovo Testamento.

In due prossimi articoli parleremo in modo più specifico di ogni singola lettera.

La Bibbia: Approfondimenti

tratto da La Bibbia per tutti

Staff La Casa della Bibbia

Pubblicato in: La Bibbia

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