L’enigma Gesù

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Indagine storica: i fatti

Testimonianze extrabibliche

Un certo numero di prove esterne alla Bibbia confermano molto presto la presenza di cristiani nell’impero romano, documentandone il profondo attaccamento al loro maestro, un certo Cristo.

Amministratore della provincia del Ponto e della Bitinia, Plinio il Giovane scriveva all’imperatore Traiano per ricevere direttive riguardo all’atteggiamento da tenere nei confronti dei cristiani (112 d.C.):

 

Venne messo in circolazione un libello anonimo che conteneva molti nomi. Coloro che negavano di essere cristiani, o di esserlo stati. [...]
Affermavano inoltre che tutta la loro colpa o errore consisteva nell’esser soliti riunirsi in un giorno fissato prima dell’alba e intonare a cori alterni un inno a Cristo come se fosse un dio (sic).
Lettere 10:97

 

Lo storico Tacito (116 d.C.) fa riferimento a Cristo per spiegare l’origine dei “cristiani”, incolpati dell’incendio di Roma dall’imperatore Nerone (il quale, così facendo, voleva mettere a tacere le voci che lo accusavano di averlo provocato lui stesso):


Nerone spacciò per colpevoli e condannò a pene di crudeltà particolarmente ricercata quelli che il volgo, detestandoli per le loro infamie, chiamava cristiani.
Derivavano il loro nome da Cristo, condannato al supplizio, sotto l’imperatore Tiberio, dal procuratore Ponzio Pilato.
Momentaneamente soffocata, questa rovinosa superstizione proruppe di nuovo, non solo in Giudea, terra d’origine del flagello, ma anche a Roma, in cui convergono da ogni dove e trovano adepti le pratiche e le brutture più tremende.
Furono dunque dapprima arrestati quanti si professavano cristiani; poi, su loro denuncia, venne condannata una quantità enorme di altri, non tanto per l’incendio, quanto per il loro odio contro il genere umano.
Quanti andavano a morire subivano anche oltraggi, come venire coperti di pelli di animali selvatici ed essere sbranati dai cani, oppure crocefissi ed arsi vivi come torce, per servire, al calar della sera, da illuminazione notturna.
Annali 15.44

 

Nello stesso periodo (120 d.C.) Svetonio, un altro scrittore romano, riferiva:

 

Furono inviati al supplizio i Cristiani, genere di uomini dediti a una nuova e malefica superstizione, furono proibiti i divertimenti ai conduttori di quadrighe, che un’antica usanza autorizzava a vagabondare qua e là, ingannando e derubando i cittadini per gioco, si relegarono tutti in una volta i pantomimi e le loro fazioni.
Vita dei Cesari, libro VI, “Nerone”, 16

 

Poiché i Giudei si sollevavano continuamente su istigazione di un certo Cresto [sic], li scacciò da Roma.
Vita dei Cesari, libro V, “Claudio” 25.4

                        

A proposito di Gesù troviamo anche alcune testimonianze di Ebrei non convertiti al cristianesimo, fra cui quella dello storico Giuseppe Flavio:

 

Verso questo tempo visse Gesù, uomo saggio (ammesso che lo si possa chiamare uomo).
Egli infatti compiva opere straordinarie, [...] e convinse molti Giudei e Greci.
Testimonium flavianum in Antichità giudaiche 18.63-64

 

Il Talmud  contiene una ventina di riferimenti a Gesù.

 

Alla vigilia della festa di Pasqua appesero Yeshu (= Gesù).
Un banditore andò in giro per 40 giorni prima dichiarando: “Verrà lapidato per aver praticato la stregoneria, per aver sedotto e condotto Israele sulla cattiva strada.
Chiunque sappia qualcosa in suo favore, venga e lo dichiari”. Ma non trovarono alcuno in suo favore e lo appesero alla vigilia di Pasqua.
Ulla replicò:
“Credi dunque che fosse stato necessario cercare qualcuno che lo difendesse?” Fu un ingannatore, di cui (Dio) il Misericordioso ha detto: “Non gli mostrare pietà né difendilo” (Deuteronomio 13:8).
Il caso di Yeshu tuttavia fu differente, perché era vincolato con il governo (romano).
Baraitoie Sanhedrin 43a

 

Inoltre, l’archeologia conferma una serie di elementi presenti nei Vangeli.

  • La vasca di Betesda, detta “la piscina dei cinque portici” presso la quale (secondo Giovanni 5:2-9) Gesù guarì un infermo fu rinvenuta nel 1888 nel luogo indicato da Eusebio (nel 332) e da Girolamo (nel 372).
  • Nel 1961, tra le rovine di Cesarea Marittima, fu rinvenuta una targa recante il nome e il titolo di Ponzio Pilato.

[FAQ]

Gesù è nato nell’anno 0?

La data di indizio della cosiddetta era “cristiana” è stata calcolata nel 525 da un monaco benedettino di nome Dionigi il Piccolo.

Ma Gesù aveva meno di due anni sotto il regno di Erode il Grande (secondo Matteo 2:16 quest’ultimo ordinò la “strage degli innocenti” con l’intento di far morire tutti i maschi ebrei sotto i due anni, temendo che Gesù gli avrebbe usurpato il trono).

Il regno di Erode era finito quattro anni prima della nascita di Gesù (dunque nel 4 a.C.): la nascita di Gesù si colloca, dunque, tra l’8 e il 4 a.C.

Pertanto Gesù non è nato nell’anno “0” che, di fatto, non esiste!


Tuttavia, l’errore di datazione di un dato evento non implica che l’evento in questione non si sia verificato.

Le attestazioni bibliche

I testi biblici affermano a chiare lettere che Gesù è davvero esistito.

Gli evangelisti e gli apostoli si presentano addirittura come testimoni oculari.

Inoltre, ogni scrittore neotestamentario che non disponesse di informazioni di prima mano non mancò mai di consultare i testimoni oculari o di basarsi sulla loro testimonianza.

 

Poiché molti hanno intrapreso a ordinare una narrazione dei fatti che hanno avuto compimento in mezzo a noi, come ce li hanno tramandati quelli che da principio ne furono testimoni oculari e che divennero ministri della Parola, è parso bene anche a me, dopo essermi accuratamente informato di ogni cosa dall’origine, di scrivertene per ordine, eccellentissimo Teofilo, perché tu riconosca la certezza delle cose che ti sono state insegnate.
Luca 1:1-4

 

Colui che lo ha visto ne ha reso testimonianza, e la sua testimonianza è vera; ed egli sa che dice il vero, affinché anche voi crediate.
Giovanni 19:35

 

Questo è il discepolo che rende testimonianza di queste cose e che ha scritto queste cose; e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera.
Giovanni 21:24

 

E io, fratelli, quando venni da voi, non venni ad annunciarvi la testimonianza di Dio con eccellenza di parola o di sapienza; poiché mi proposi di non sapere altro fra voi, fuorché Gesù Cristo e lui crocifisso.
Io sono stato presso di voi con debolezza, con timore e con gran tremore; la mia parola e la mia predicazione non consistettero in discorsi persuasivi di sapienza, ma in dimostrazione di Spirito e di potenza, affinché la vostra fede fosse fondata non sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio.
1 Corinzi 2:1-5

 

Una testimonianza affidabile?

Il credente è spesso ritenuto colpevole di distorcere la realtà storica a favore di una verità teologica.

Ma perché la fede non dovrebbe essere compatibile con il perseguimento dell’oggettività storica?

Che interesse avrebbero avuto i discepoli di Gesù nel presentare il Cristo risorto in tutta la sua umanità, e il proprio ruolo nella storia sotto una luce tanto cruda?

Se avessero effettivamente ritoccato il ritratto di Cristo, i testimoni oculari della vita di Gesù non l’avrebbero certamente fatto a proprio svantaggio ma avrebbero cercato di impressionare il lettore con “effetti speciali”.

Invece, quando racconta che i discepoli videro Gesù camminare sulle acque, l’evangelista Marco non fa mistero del loro sgomento, né del fatto che i discepoli di Gesù non avessero capito il miracolo dei pani e che il loro cuore fosse indurito (vd. Marco 6:51-52).

Matteo, dal canto suo, non fa passare sotto silenzio il fatto che i discepoli non sempre capissero il linguaggio metaforico di Gesù (vd. Matteo 16:6-12).

Inoltre, gli evangelisti sottolineano come la persona, gli insegnamenti e i miracoli di Gesù destassero scandalo e urtassero l’opinione pubblica...

Ma si presentano ugualmente come testimoni.

Ora, la falsa testimonianza era severamente punita dalla legge ebraica!

 

Spunto di riflessione

“Il cristianesimo è una religione storica dalla forma molto concreta e solida: scandalo per gli orgogliosi che non vogliono essere uomini (almeno, non in ambito religioso) ma grazia e verità per gli umili di cuore che vogliono radicarsi in un luogo e nel tempo anche mentre adorano il Dio dell’eternità e dell’infinito”.

Karl Rahner+ (1904-1984), Une foi qui aime le monde, Salvator, 1967, p. 20; tr. it.: La fede che ama la terra. Senso cristiano della vita moderna, San Paolo Edizioni, 1981

 

Fede consapevole pag 349-353

Pubblicato in: Gesù Cristo

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