La prima epistola di Paolo ai Corinzi. Corinto era una delle città più malvagie dei tempi antichi e la giovane chiesa...
Libri della Bibbia: Cantico dei Cantici
Titolo
La Septuaginta greca (LXX) e la Vulgata latina seguono il testo ebraico (testo masoretico), fornendo la traduzione letterale delle prime parole di 1:1 “Cantico dei Cantici”.
Alcune versioni riportano: “Cantico di Salomone”, rendendo in tal modo più completo il senso di 1:1.
Il superlativo “Cantico dei Cantici” (cfr. il “luogo santissimo”, lett. “santo dei santi” in Es 26: 33-34; il “Re dei re” in Ap 19: 16) sta a indicare che questo cantico è il migliore tra i 1.005 componimenti musicali di Salomone (1 R 4:32).
Il termine tradotto con “cantico” è spesso utilizzato per indicare musica in onore del Signore (cfr. 1 Cr 6: 31-32; Sl 33: 3; 40: 3; 144: 9).
Autore e data
Il nome di Salomone, per quarant’anni (971-931 a.C.) sovrano del regno d’Israele, compare sette volte in questo libro (1: 1, 5; 3: 7, 9, 11; 8: 11-12). Secondo 1:1 egli ne è l’autore (la preposizione ebr. rinvia infatti all’origine e non a una dedica).
La sua riconosciuta abilità di scrittore e di musicista (1 R 4: 32) lo confermano.
Il Cantico potrebbe essere stato composto in qualsiasi periodo del regno di Salomone.
Negli scritti e nelle cronache dei viaggi di Salomone si fa cenno ad alcune città a settentrione e a mezzogiorno; il periodo trattato nella narrazione e quello dell’effettiva stesura del Cantico ci rimandano così a un regno ancora indiviso (la divisione avverrà alla fine del governo di Salomone).
Poiché include un canto composto da un solo autore, questa parte della Scrittura è in genere considerata come un unico testo di letteratura sapienziale e poetica, anziché una raccolta di canti lirici privi di filo conduttore o di autore comune.
Contesto e ambiente del Cantico dei Cantici
I personaggi che dominano la scena di questo canto d’amore così vivido e realistico sono due: “l’amico” e la Sulamita.
Il primo viene solitamente identificato con Salomone, al cui regno è fatta menzione cinque volte nel corpo dell’opera (1: 4, 12; 3: 9, 11; 7: 6).
La giovane Sulamita (7: 1), la cui identità rimane oscura, era probabilmente un’abitante di Sunem, città situata a ca 5 km a nord di Izreel, nella bassa Galilea.
Benché nel Cantico non vi siano indicazioni che confermino tale ipotesi, alcuni commentatori ravviserebbero nella Sulamita la figlia del faraone (1 R 3: 1); altri sono invece più propensi a identificarla in Abisag, la Sulamita che assisteva il re Davide (1 R 1: 1-4, 15).
Più verosimilmente si tratta di una giovane sconosciuta di Sunem, la cui famiglia aveva forse lavorato alle dipendenze di Salomone (8: 11).
Ella sarebbe stata la prima moglie del “re saggio” (Ec 9: 9); in seguito, questi avrebbe commesso il peccato di annoverare al suo seguito altre 699 mogli e 300 concubine (1 R 11: 3).
Diversi altri gruppi di persone intervengono nella narrazione in ruoli minori.
Si notino in primo luogo i frequenti commenti delle “figlie di Gerusalemme” (1: 5, 8, 11; 3: 6-11; 5: 9; 7: 1-6; 8: 5a), forse alcune donne della servitù di Salomone (cfr. 3: 10).
In secondo luogo gli amici di Salomone, che entrano in scena in 3: 6-11.
Infine compaiono i fratelli della Sulamita (8: 8-9).
L’esortazione in 5:1b dovrebbe, probabilmente, essere interpretata come una benedizione di Dio sull’unione della coppia.
Le vicende si svolgono su un duplice sfondo: rurale e cittadino.
Alcuni eventi sono parzialmente ambientati nella zona collinare a nord di Gerusalemme, dove vive la Sulamita (7: 1): Salomone vi compare come figura di spicco, in qualità di viticoltore e di pastore (Ec 2: 4-7).
L’ambiente cittadino è teatro delle nozze e, in seguito, sede della dimora di Salomone a Gerusalemme (3: 6–7: 13).
Supponendo che la cronologia del Cantico sia lineare e priva di lacune, si è in grado di collocare le vicende nell’arco temporale di un anno e, comunque, non più di due; si ha infatti un primo accenno alla primavera in 2: 11-13 e un secondo in 7: 1.
Temi storici e teologici
Tutti i 117 versetti del Cantico dei Cantici sono stati accolti dagli Ebrei come parte delle Sacre Scritture.
Con Rut, Ester, Ecclesiaste e Lamentazioni, il Cantico dei Cantici fa parte dei libri veterotestamentari che compongono i “cinque rotoli” o Megilloth.
Gli Ebrei sono soliti leggere questo cantico in occasione della Pasqua ebraica e vi si riferiscono come al “santo dei santi”.
È sorprendente l’assenza di espliciti riferimenti a Dio (a eccezione, forse, di 8: 6).
Dal Cantico non emerge alcun argomento teologico formale.
Nel N.T. esso non è mai citato direttamente (ma neppure lo sono Ester, Abdia e Naum).
In contrasto con entrambi gli estremi distorti, che vedono un’astinenza ascetica oppure una perversione lasciva fuori del matrimonio, l’antico canto d’amore di Salomone esalta la purezza del rapporto e dell’amore coniugale. Esso mette a confronto e completa altri brani della Scrittura che descrivono il piano di Dio per il matrimonio, compresa la bellezza e la santità dell’intesa sessuale fra marito e moglie.
Il Cantico si affianca, di diritto, ad altri brani scritturali classici che sviluppano questo tema, quali: Ge 2: 24; Sl 45; Pr 5: 15-23; 1 Co 7: 1-5; 13: 1-8; Ef 5: 22-33; Cl 3: 18-19; 1 P 3: 1-7.
L’essenza del Cantico è racchiusa in Eb 13: 4: “Il matrimonio sia tenuto in onore da tutti e il letto coniugale non sia macchiato da infedeltà; poiché Dio giudicherà i fornicatori e gli adùlteri”.
Sfide interpretative
Nel corso dei secoli, il Cantico ha subito diverse interpretazioni improbabili da parte di quanti, a causa della pretesa assenza di effettive basi storiche, sostengono il metodo d’interpretazione “allegorico”.
Per questi commentatori il Cantico costituirebbe la raffigurazione dell’amore di Dio per Israele e/o l’amore di Cristo per la chiesa.
Il concetto fuorviante, tratto dall’innologia cristiana, che ravvisa in Cristo il “giglio delle valli” e la “rosa di Saron” è figlio di tale approccio (2: 1).
Alcune varianti interpretative di natura “tipologica” ammettono una certa realtà storica, arrivando tuttavia a presentare la medesima conclusione: il Cantico, fondamentalmente, rappresenta l’amore di Cristo (lo sposo) per la chiesa (la sposa).
Preso atto dell’uso frequente di metafore poetiche per la rappresentazione della realtà, l’approccio più convincente al Cantico dei Cantici consiste nell’apprezzarne il valore intrinseco, ricavandone un’interpretazione nel senso storico reale.
A tale scopo, si noti che Salomone fornisce un resoconto dettagliato:
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dei suoi primi tempi di corteggiamento;
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degli inizi del suo primo matrimonio;
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della crescita in maturità della coppia reale attraverso le fasi alterne della vita.
Il Cantico di Salomone si schiude sulle antiche prescrizioni per il matrimonio di Ge 2: 24, ampliandole; è musica spirituale, sottofondo di un’intera vita di armonia coniugale.
Tutto ciò proviene da Dio, a dimostrazione del suo progetto per il matrimonio: intriso di poesia e di bellezza, è il più prezioso dei rapporti umani, la “grazia della vita” (1 P 3: 7).
Schema del libro
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Il corteggiamento: “la lontananza” (1: 2–3: 5)
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Il ricordo dell’amato (1: 2–2: 7)
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L’amore ricambiato (2: 8–3: 5)
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Le nozze: “l’unione” (3: 6–5: 1)
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Lo sposo regale (3: 6–11)
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Le nozze e la prima notte di nozze (4: 1–5: 1a)
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La benedizione di Dio (5: 1b)
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Il matrimonio: “l’assestamento” (5: 2–8: 14)
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Il primo screzio (5: 2–6: 3)
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La riconciliazione (6: 4–8: 4)
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La crescita nella grazia (8: 5-14)
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Note di colore locale nel Cantico dei Cantici
1:5 |
tende di Chedar |
tende intessute con pelo di capra scuro, tipiche delle tribù nomadi |
1:5 |
padiglioni di Salomone |
probabile allusione ai sontuosi tendaggi del palazzo di Salomone |
1:9 |
cavalla |
puledra |
1:12; 4:13-14 |
nardo |
essenza aromatica estratta da una pianta indiana |
1:13; 3:6; 4:6, 14; 5:1, 5, 13 |
mirra |
resina aromatica che stilla dalla corteccia dell’abete del balsamo e viene trasformata in profumo, sotto forma liquida o solida |
1:14; 4:13 |
cipro |
(o cìpero), arbusto comune dalle infiorescenze primaverili bianche e fragranti |
1:14 |
En-Ghedi |
oasi lussureggiante a nord del mar Morto |
1:15; 4:1; 5:12 |
occhi di colomba |
gli occhi belli, profondi, color grigio fumo delle colombe |
2:1 |
rosa di Saron |
probabilmente una bulbosa, simile al croco, al narciso, all’iris o alla giunchiglia, che cresce nella pianura (la piana di Saron) a sud del monte Carmelo |
2:1, 16 |
giglio delle valli |
forse un fiore a sei petali che cresceva nelle zone fertili e ricche d’acqua |
2:3, 5; 7:9; 8:5 |
mela |
frutto dolce e aromatico, potrebbe trattarsi dell’albicocca |
2:5 |
schiacciate d’uva |
vivanda associata a feste religiose, dalla probabile valenza erotica (cfr. 2 S 6:19; Os 3:1) |
2:7, 9, 17; 3:5; 8:14 |
gazzella |
grazioso esemplare della famiglia delle antilopi |
2:7; 3:5 |
cerva |
femmina del cervo |
2:14; 5:2; 6:9 |
colomba |
comune simbolo d’amore |
2:17 |
“i monti che ci separano” |
gole o alture irregolari in una zona non identificata di Israele |
3:6; 4:6, 14 |
incenso |
resina ambrata estratta dagli alberi e usata come incenso o spezia |
3:6 |
aroma |
varietà di spezie |
3:7, 9 |
lettiga |
la portantina che trasporta il re e la sua sposa |
3:9; 4:8, 11, 15; 5:15 |
Libano |
splendida regione costiera a nord d’Israele, ricca di risorse naturali |
4:1; 6:5 |
monte di Galaad |
altipiano a oriente della Galilea e della Samaria |
4:4 |
torre di Davide |
probabilmente la torre dell’arsenale di Ne 3:19, 25 |
4:8 |
cima dell’Amana |
il colle siriano dove nasce il fiume Amana |
4:8 |
cima del Sanir e dell’Ermon |
rispettivamente il nome amoreo ed ebraico della vetta più elevata nel nord d’Israele (oltre 2.800 m; cfr. De 3:9) |
4:10, 14, 16; 5:1, 13; 6:2; 8:14 |
aromi |
la dolce fragranza delle essenze e dei balsami |
4:14 |
croco |
in questo caso inteso come zafferano, designa un genere di spezie ottenuto mediante l’essiccazione e la polverizzazione degli stami e dei pistilli di alcuni tipi di crochi |
4:14 |
canna odorosa |
o calamo aromatico, pianta erbacea spontanea dal vago sentore di zenzero |
4:14 |
cinnamomo |
un tipo di spezie estratto dalla corteccia interna di un albero |
4:14 |
aloe |
pianta officinale da cui si ricava un aroma dal profumo penetrante |
5:14 |
berillo |
forse una pietra semi-preziosa simile al topazio, di colore giallastro o verdognolo |
5:14 |
zaffiri |
qui riferito ai lapislazzuli, altra pietra semi-preziosa di colore azzurro intenso, i cui giacimenti abbondavano in Oriente |
6:4 |
Tirza |
località sita a 12 km a nord-est di Sichem, in Samaria, nota per le sue bellezze naturali e per i suoi giardini |
7:1 |
danza a due schiere |
lett. “danza delle due compagnie/dei due eserciti” danza di origine sconosciuta associata alla località di Maanaim (cfr. Ge 32:2) |
7:5 |
piscine di Chesbon |
bacini per la raccolta dell’acqua situati nella città moabita di Chesbon, nei pressi dell’odierna Amman |
7:5 |
porta di Bat-Rabbim |
forse il nome di una porta della città di Chesbon |
7:5 |
torre del Libano |
più probabile il riferimento al candore della montagna anziché all’altezza (oltre 3.000 m) |
7:5 |
Damasco |
capitale della Siria, a est dei monti del Libano |
7:6 |
monte Carmelo |
importante rilievo boscoso a nord di Israele |
7:14 |
mandragole |
pianta erbacea dal profumo penetrante, ritenuta afrodisiaca (cfr. Ge 30:14) |
8:11 |
Baal-Amon |
località ignota nella zona collinare a nord di Gerusalemme |
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Testo tratto da La Sacra Bibbia con note e commenti di John MacArthur
Staff La Casa della Bibbia
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