La prima epistola di Paolo ai Corinzi. Corinto era una delle città più malvagie dei tempi antichi e la giovane chiesa...
Un canone diverso dagli altri
False polemiche per un falso problema
Perché limitare la rivelazione di Dio ai libri biblici raccolti nel canone attuale?
Perché la Chiesa ha censurato alcuni scritti compromettenti?
Quali criteri si sono adottati per giungere ad affermare che un certo libro è ispirato da Dio e un altro, invece, no?
Sul problema della selezione dei libri di cui consta la Bibbia attuale sono stati versati fiumi di inchiostro.
Un problema che può mettere a disagio un credente impreparato a rispondere a eventuali obiezioni in merito o, addirittura, destabilizzare chi è alla ricerca di Dio ma ha qualche difficoltà a fidarsi di una Bibbia dai trascorsi tanto sfocati.
Proprio su questo terreno sono cresciute le critiche più virulente sulla presunta censura operata dalla Chiesa sui vari testi contrari alla sua linea “ufficiale” o addirittura opposti a quest’ultima.
Molti libri, articoli e pellicole cinematografiche fanno a gara per ricamare sulla “teoria del complotto” che farebbe da sfondo alla composizione del canone biblico.
Tra gli esempi di questa deriva spicca un noto romanzo di cassetta dello scrittore Dan Brown.
La ricetta di tanto successo? Giocare sulla confusione tra finzione e storia e imbastire una trama su presunte rivelazioni a proposito di Vangeli proibiti sopravvissuti alla censura delle autorità religiose.
Rivelazioni compromettenti? Scoop devastanti? Non proprio...
Possiamo invece osservare che “non c’è nulla di nuovo sotto il sole” (Ecclesiaste 1:9).
In realtà, questi “Vangeli proibiti” sono dei testi gnostici pseudoepigrafi ben noti che risalgono al 2°-3° secolo: si tratta dei Vangeli di Giuda, di Filippo e di Maria, i quali fanno parte di una nutrita serie di scritti che, a partire dal 2° secolo, furono redatti nell’ambito dei vari movimenti religiosi che pullulavano, all’epoca, nel Mediterraneo.
Terminologia: Lo gnosticismo
Sorto nel 2° secolo d.C., lo gnosticismo è un movimento religioso la cui dottrina insegna che l’uomo è un’anima divina intrappolata nella materia malvagia.
La gnosi (“conoscenza”, dal gr. gnôsis) è il percorso intellettuale e spirituale che permetterebbe all’uomo di liberarsi dalla materia mediante un’iniziazione graduale e complessa ai vari “misteri”.
Agli inizi del 4° secolo Eusebio di Cesarea operava già una distinzione tra i testi biblici unanimemente accettati nelle chiese, i testi controversi, gli scritti apocrifi (lett. “bastardi”, “spuri”) e quelli che erano chiaramente da respingere:
S’impongono dei limiti!
Il sostantivo “canone” deriva dal gr. kanónos (“regolo, canna”, per traslato “norma, regola”).
Nel 1° sec. d.C. designava probabilmente una piccola canna (giunco) usata per misurare le lunghezze (come il righello o il metro che usiamo oggi).
Nella Bibbia questo termine compare un paio di volte.
“Su quanti cammineranno secondo questa regola [ossia secondo questo canone/questa dottrina, gr. hosoi tôi kanoni] siano pace e misericordia”, scrive Paolo in calce alla sua lettera ai Galati (6:16).
Per estensione, la Chiesa ha effettivamente ripreso questo termine per indicare i libri che compongono la Scrittura, vale a dire gli scritti normativi in materia di vita e di fede.
La Bibbia è come una grande biblioteca formata da libri di vari generi scritti da diversi autori nell’arco di secoli.
Ma, lungi dall’essere un insieme eterogeneo e casuale, si tratta di un mosaico mirabile e coerente e chiaramente definito: un “canone”.
L’esistenza di un canone è coerente con quanto abbiamo letto a proposito della Scrittura nei testi precedenti.
È logico che quanto disciplina il rapporto o l’alleanza tra Dio e il suo popolo venga trasmesso con parole precise e definite; la Parola che Dio ci rivolge è unica e molto preziosa: occorre preservarla con cura.
Il cap. 24 del libro dell’Esodo ne è un bell’esempio.
In occasione del patto tra Dio e Israele, sul monte Sinai Mosè funge da mediatore: riceve le parole del patto e, secondo l’ordine ricevuto da Dio, le consegna per iscritto affinché si possano leggere e insegnare al popolo d’Israele (vd. Esodo 24:4-7).
I libri riconosciuti come canonici+ non sono stati scelti per caso, né in modo arbitrario... tutt’altro!
La selezione è stata operata secondo criteri stabili e semplici.
Il canone dell’Antico Testamento
Parametri discussi
L’Antico Testamento consta di 39 libri riconosciuti dagli Ebrei, dai cattolici e dai protestanti.
Tuttavia, i cattolici accolgono nel canone anche altri libri (detti deuterocanonici, ossia appartenenti a un secondo canone).
Nel Catechismo della Chiesa Cattolica (parte 1, sezione 1, cap. 2, art. 3.4.120) si afferma che “questo elenco completo [dei Libri Sacri]... comprende per l’Antico Testamento 46 libri (45 se si considerano Geremia e le Lamentazioni come un unico testo)”.
A cosa si deve tale differenza?
Dai testi che compaiono nella traduzione greca dell’Antico Testamento (la Septuaginta ossia la “Versione dei Settanta”), in numero variabile secondo i codici (gli antichi manoscritti).
Successivi al 5° sec. d.C. e assenti nel testo ebraico, questi scritti possono essere di una certa utilità storica, nondimeno gli Ebrei non vi ravvisano l’opera di un profeta o di uno scrittore autorevole.
La Chiesa cattolica ne riconosce la canonicità a partire dal Concilio di Trento (1546) in poi, successivamente a un primo riconoscimento in occasione del Concilio di Firenze (1441):
Ciò che il testo conciliare non specifica è che lo stesso Girolamo, il quale aveva integrato questi testi nella Vulgata (la sua traduzione, in latino, della Bibbia), ne aveva altresì negato il carattere normativo nel suo Prologus galeatus:
Questo prologo [...] può convenire a tutti i libri che abbiamo tra dotto in latino, affinché possiamo sapere che i libri che stanno al di fuori [dalla citazione precedentemente presentata], devono essere ritenuti apocrifi.
Perciò la Sapienza che volgarmente si dice di Salomone, il libro di Gesù figlio di Sirac, Tobia e il Pastore non sono nel canone. [...]
E così è vero che la Chiesa legge Giuditta, Tobia e i Maccabei (nel culto pubblico), ma non li riceve come libri canonici delle Scritture; perciò leggiamo pure questi due scritti per edificazione ma non usiamone per stabilire autoritativamente le dottrine della chiesa.
Terminologia: Apocrifi, deuterocanonici ecc.
Si rischia di fare un po’ di confusione tra i libri biblici non canonici, soprattutto perché ebrei, cattolici, ortodossi e protestanti li indicano con nomi diversi e attribuiscono loro un’importanza differente!
- Deuterocanonici: (dal gr. deuteros “secondo, successivo”) per i cattolici si tratta di scritti che sono stati riconosciuti come canonici in un secondo tempo: Tobia, Giuditta, Sapienza, Ecclesiastico (Siracide), 1 e 2 Maccabei, Daniele greco e Ester greco (frammenti).
Questi libri non sono riconosciuti come canonici né dagli ebrei né dai protestanti, i quali li chiamano “apocrifi”. - Apocrifi (dal gr. apókryphos, “segreto, nascosto”): scritti non riconosciuti come divinamente ispirati e, di conseguenza, non canonici.
Ricordiamo che i libri deuterocanonici cattolici sono definiti “apocrifi” dai protestanti”, sicché il corpus dei libri definiti “apocrifi” dai protestanti è più consistente di quello dei cattolici. - Pseudoepigrafi (dal gr. pseudes, “falso” e epigraphé “iscrizione”): scritti falsamente attribuiti a un autore illustre (e autorevole) oppure di autore ignoto che si fa passare per un autore noto al fine di donare al proprio testo un’attendibilità che non avrebbe altrimenti (ad es. il Vangelo di Tommaso oppure il Vangelo di Giuda).
I cristiani di tradizione ortodossa riconoscono come autorevoli anche altri libri, oltre ai deuterocanonici cattolici.
Questi sono considerati apocrifi sia dai cattolici che dai protestanti.
Sebbene non riconosciuti come canonici, questi libri possono essere utili per comprendere il contesto storico in cui si muovevano Gesù e i primi cristiani, nonché l’evoluzione delle idee che circolavano all’epoca.
Nel 170 d.C. il vescovo Melitone di Sardi stilava un elenco corrispondente al canone veterotestamentario degli Ebrei e dei protestanti, pur non menzionando le Lamentazioni di Geremia (forse incluse nel libro di Geremia), Neemia (forse correlato a Esdra) ed Ester.
La tabella qui di seguito riassume i vari canoni dell’Antico Testamento e due antichi elenchi (proposti, rispettivamente, da san Girolamo e da Melitone di Sardi).
Con il simbolo X sono contrassegnati i libri considerati canonici; il simbolo X2 contraddistingue i libri accolti come canonici in epoche successive.
Libro | Canone giudeo ebraico | Prologo Galeato di Girolamo | Canone di Melitone di Sardi | Canone protestante | Canone cattolico | Canone ortodosso |
---|---|---|---|---|---|---|
Genesi | X Legge | X | X di Mosè | X Pentateuco | X Pentateuco | X Pentateuco |
Esodo | X Legge | X | X di Mosè | X Pentateuco | X Pentateuco | X Pentateuco |
Levitico | X Legge | X | X di Mosè | X Pentateuco | X Pentateuco | X Pentateuco |
Numeri | X Legge | X | X di Mosè | X Pentateuco | X Pentateuco | X Pentateuco |
Deuteronomio | X Legge | X | X di Mosè | X Pentateuco | X Pentateuco | X Pentateuco |
Giosuè | X Profeti | X | X | X Storici | X Storici | X Storici |
Giudici | X Profeti | X | X | X Storici | X Storici | X Storici |
1 Samuele (1 Re) | X Profeti | X | X | X Storici | X Storici | X Storici |
2 Samuele (2 Re) | X Profeti | X | X | X Storici | X Storici | X Storici |
1 Re (3 Re) | X Profeti | X | X | X Storici | X Storici | X Storici |
2 Re (4 Re) | X Profeti | X | X | X Storici | X Storici | X Storici |
Isaia | X Profeti | X | X | X Profetici | X Profetici | X Profetici |
Geremia | X Profeti | X | X | X Profetici | X Profetici | X Profetici |
Ezechiele | X Profeti | X | X | X Profetici | X Profetici | X Profetici |
Osea | X Profeti | X | X | X Profetici | X Profetici | X Profetici |
Gioele | X Profeti | X | X | X Profetici | X Profetici | X Profetici |
Amos | X Profeti | X | X | X Profetici | X Profetici | X Profetici |
Abdia | X Profeti | X | X | X Profetici | X Profetici | X Profetici |
Giona | X Profeti | X | X | X Profetici | X Profetici | X Profetici |
Michea | X Profeti | X | X | X Profetici | X Profetici | X Profetici |
Naum | X Profeti | X | X | X Profetici | X Profetici | X Profetici |
Abacuc | X Profeti | X | X | X Profetici | X Profetici | X Profetici |
Sofonia | X Profeti | X | X | X Profetici | X Profetici | X Profetici |
Aggeo | X Profeti | X | X | X Profetici | X Profetici | X Profetici |
Zaccaria | X Profeti | X | X | X Profetici | X Profetici | X Profetici |
Malachia | X Profeti | X | X | X Profetici | X Profetici | X Profetici |
Salmi | X Scritti | X | X (Salmi di Davide) | X Poetici | X Sapienziali | X Poetici |
Salmo 151 | (apocrifo) | (apocrifo) | X 2 Poetici | |||
Giobbe | X Scritti | X | X | X Poetici | X Sapienziali | X Poetici |
Proverbi | X Scritti | X | X | X Poetici | X Sapienziali | X Poetici |
Rut | X Scritti (meghillot) | X | X | X Storici | X Storici | X Storici |
Cantico | X Scritti | X | X | X Poetici | X Sapienziali | X Poetici |
Ecclesiaste (Qoèlet) | X Scritti (meghillot) | X | X | X Poetici | X Poetici | X Poetici |
Lamentazioni | X Scritti (meghillot) | X | X Profetici | X Profetici | X Profetici | |
Ester | X Scritti (meghillot) | X | X Storici | X Storici | X Storici | |
Ester greco | (apocrifo) | X2 Storici | X2 Storici | |||
Daniele | X Scritti | X | X | X Profetici | X Profetici | X Profetici |
Supplementi a Daniele | (apocrifo) | X2 Profetici | X2 Profetici | |||
Esdra | X Scritti | X | X | X Storici | X Storici | X Storici |
Neemia | X Scritti | X | X Storici | X Storici | X Storici | |
3 Esdra | (apocrifo) | (apocrifo) | X2 Storici | |||
4 Esdra | (apocrifo) | (apocrifo) | X2 Profetici | |||
1 Cronache (1 Paralipomeni) | X Scritti | X | X | X Storici | X Storici | X Storici |
2 Cronache (2 Paralipomeni) | X Scritti | X | X | X Storici | X Storici | X Storici |
Tobia | (non canonico) | (apocrifo) | X2 Storici | X2 Storici | ||
Giuditta | (non canonico) | (apocrifo) | X2 Storici | X2 Storici | ||
1 Maccabei | (non canonico) | (apocrifo) | X2 Storici | X2 Storici | ||
2 Maccabei | (non canonico) | (apocrifo) | X 2 Storici | X2 Storici | ||
3 Maccabei | (apocrifo) | (apocrifo) | X2 Storici | |||
4 Maccabei | (apocrifo) | (apocrifo) | X2 Storici | |||
Sapienza (di Salomone) | (non canonico) | X | (apocrifo) | X2 Sapienziali | X2 Sapienziali | |
Siracide (Ecclesiastico) | (non canonico) | (apocrifo) | X2 Sapienziali | X2 Sapienziali | ||
Baruc | (apocrifo) | X2 Profetici | X2 Profetici | |||
Lettera di Geremia | (apocrifo) | X2 Profetici | X2 Poetici | |||
Preghiera di Manasse | (apocrifo) | (apocrifo) | X2 Poetici |
Le testimonianze ebraiche
Per gli Ebrei i vari libri dell’Antico Testamento sono stati normativi fin dalla loro redazione.
Infatti, gli scritti di un profeta (o di un autore cui si riconosceva l’ispirazione divina) si imponevano da sé.
Inoltre, il fatto che il Nuovo Testamento indichi l’Antico Testamento con il termine tecnico di “Scrittura” (il sostantivo gr. graphê vanta 30 ricorrenze al singolare e 20 al plurale) suggerisce l’esistenza di una raccolta ben definita di scritti riconosciuti come ispirati.
Diverse prove estrinseche quali, ad esempio, le testimonianze di Giuseppe Flavio confermano come la raccolta di 39 libri oggi ritenuti canonici fosse chiaramente riconosciuta fin dal primo secolo.
Giuseppe Flavio cita 22 libri (lo stesso numero delle lettere dell’alfabeto ebraico) e non 39 perché molti testi sono stati raggruppati (1 e 2 Samuele, 1 e 2 Re, 1 e 2 Cronache; i dodici profeti minori...).
La Versione dei Settanta, la traduzione greca dell’Antico Testamento iniziata nel 3 sec. a.C. e utilizzata dagli Ebrei della diaspora e dai cristiani, testimonia a favore di una certa stabilità del canone dell’Antico Testamento: tutti i manoscritti completi comprendono i 39 libri riconosciuti da Ebrei e protestanti laddove la definizione dei libri suppletivi varia secondo i manoscritti.
L’assemblea rabbinica della scuola di Jamnia (80-100 d.C.) – talvolta, a torto, definita come “concilio ufficiale dell’ebraismo”, in occasione della quale si sarebbe definito il canone veterotestamentario – ha finalmente chiarito quanto già evidente fin da allora.
Gli scritti rabbinici di quel tempo rivelano che cinque libri erano stati oggetto di discussione:
- Ezechiele (a causa delle discordanze tra gli elementi del tempio cui si fa riferimento e quelli del tabernacolo);
- i Proverbi (a causa di apparenti contraddizioni);
- l’Ecclesiaste (i cui detti sapienziali davano adito a una saggezza troppo “umana”);
- il Cantico dei cantici (dal contenuto giudicato erotico);
- Ester (in quanto privo di riferimenti a Dio).
Questi libri erano definiti antilegomena (part. gr. che significa: “[libri] discussi, controversi”).
Per decisione unanime tali contestazioni furono lasciate cadere già nel 2° secolo dell’era corrente.
Il prologo del Siracide (testo deuterocanonico risalente al 2° sec. a.C.) accenna già alla tripartizione dell’Antico Testamento: Legge, Profeti, Scritti.
Questo stesso libro è esplicitamente indicato come non canonico dal Talmud+, in cui si opera una distinzione fra i libri autorevoli (gli ultimi dei quali risalgono al 5° sec. a.C.) e gli scritti successivi:
Tosafot, Sota 13.2
Tosafot, Yadayim 2.13
Dal canto suo, anche il Nuovo Testamento accenna sovente alla tripartizione dell’Antico Testamento propria del testo ebraico (vd. ad es. Luca 24:44) e cita spesso alcuni passi dei vari libri, riconoscendone l’autorevolezza.
Ed Ezechiele e Proverbi rientrano nel novero!
Un ordine variabile
Chiunque utilizzi diverse traduzioni della Bibbia si sarà domandato almeno una volta: “Perché l’ordine dei libri dell’Antico Testamento varia da una Bibbia all’altra?”
Il fatto è che alcune edizioni seguono l’ordine della Bibbia ebraica mentre altre prediligono quello della versione greca, la Septuaginta.
- La Bibbia ebraica (Tanàkh) è composta da tre parti: la Legge (la Torah, ossia il Pentateuco), i Profeti (Nĕbi’īm) e gli altri Scritti, o Agiografi (Kĕtūvīm).
- Nella Versione dei Settanta (Septuaginta) l’Antico Testamento è diviso in quattro parti: il Pentateuco, i libri storici, i libri poetici e i libri profetici.
Una curiosità: gran parte delle edizioni della Bibbia che comprendono i libri apocrifi deuterocanonici seguono il canone greco ma, di fatto, adottano sovente l’ordine del canone ebraico, mentre quelle che non includono gli apocrifi seguono l’ordine del canone greco.
Va’ a sapere perché...
Il canone del Nuovo Testamento
Riconoscimento di un canone
Alcuni passi del Nuovo Testamento presentano già come canonici altri scritti neotestamentari.
- 1 Timoteo 5:18 cita un passo tratto da Luca 10:7 introducendolo con l’espressione già usata per i testi dell’Antico Testamento: “La Scrittura dice...”.
- Con riferimento alle lettere di Paolo, Pietro parla di “altre Scritture”: ciò significa che l’apostolo riconosceva le lettere paoline come “Scrittura+” (vd. 2 Pietro 3:15-16).
Successivamente al ministero di Gesù iniziarono ben presto a circolare le prime lettere di Paolo (“l’apostolo delle genti” iniziò a scrivere intorno al 50 d.C.) e, in seguito, i Vangeli (quelli di Matteo, Marco e Luca a partire dal 60-70 d.C.)
Nella storia della Chiesa questi primi libri hanno iniziato a diffondersi rapidamente quale “deposito” prezioso da conservarsi fedelmente (vd. 1 Timoteo 6:20; 2 Timoteo 1:13-14).
Antichi scrittori cristiani citano i passi del Nuovo Testamento come insegnamenti autorevoli:
Diversi passi biblici indicano che gli autori ispirati consideravano i propri scritti come parte di un insieme coeso e ben definito (Matteo 5:18; Apocalisse 22:7, 18-19).
Successivamente la canonicità di alcune lettere quali Ebrei, Giacomo o 2 Pietro è stata messa in discussione.
Ma, anche in questo caso, entra in ballo la coscienziosità dei cristiani, i quali si interrogavano sull’origine apostolica diretta e indiretta di tali scritti: quando la tracciabilità fu evidente non vi furono più discussioni.
È altresì importante notare che tali dispute avevano lo scopo di fissare i limiti del canone, e non il suo centro, il quale non è mai stato messo in discussione.
I criteri e le ragioni della scelta
Dove i sostenitori della “teoria del complotto” (con riferimento alla formazione del canone biblico) sbagliano è sulla presunta assenza di trasparenza con cui sarebbero stati selezionati i libri del Nuovo Testamento.
I criteri di selezione dei libri neotestamentari canonici sono stati, al contrario, adottati alla luce del sole e sono di dominio pubblico.
Nell’operare tale selezione si è cercato di capire se i vari scritti provenissero, direttamente o indirettamente, da un apostolo di Cristo, vale a dire da un testimone oculare.
In caso positivo, il testo in questione veniva accolto, in caso contrario veniva respinto.
La pseudoepigrafia (falsa attribuzione di un’opera di autore ignoto a un autore illustre) è sempre stata un elemento discriminante.
I testi risultati pseudoepigrafi venivano scartati.
In sintesi, si può dire che i criteri di selezione dei libri canonici del Nuovo Testamento sono stati i seguenti:
- l’autorità apostolica;
- l’ortodossia;
- l’antichità;
- l’universale riconoscimento da parte delle comunità cristiane.
Cosa implica il fatto che nella Lettera di Giuda si citi un testo non biblico?
Nella Bibbia si trovano alcune citazioni di testi extrabiblici.
Come nel caso dell’apostolo Paolo, il quale ad Atene cita un verso del poeta greco Arato (vd. Atti 17:28), o come nel caso di Giuda, che cita il Primo libro di Enoc (vd. Giuda 14-15).
Tali fonti esterne al Nuovo Testamento possono servire all’autore come esempio oppure a sostegno dei suoi argomenti.
Il testo citato non è necessariamente un testo ispirato, nondimeno può servire a spiegare come ovunque sia possibile trovare un’affermazione veritiera laddove la si sappia discernere alla luce della Bibbia.
Per esempio, l’islam insegna che ci sarà un giudizio finale.
E in questo ha ragione, poiché la Bibbia stessa lo afferma a chiare lettere.
Ciò non vieta, tuttavia, di ritenere che molte dottrine dell’islam siano, invece, erronee.
Nel caso di Giuda è possibile intuire che l’autore si rivolga a sedicenti profeti attratti dalle teorie gnostiche formulate principalmente nel Libro di Enoc e ritorca contro di loro i loro stessi insegnamenti.
La proliferazione di varie eresie fu uno dei motivi che spinsero la Chiesa a ratificare l’elenco ufficiale dei libri canonici.
I movimenti ereticali, infatti, traevano spunto da testi pseudoepigrafi e/o rifiutavano arbitrariamente alcuni libri del Nuovo Testamento a favore di altri.
L’eresia marcionita ne è un classico esempio.
Il vescovo Marcione di Sinope giunse a Roma intorno al 130 d.C. e vi introdusse la propria dottrina.
Marcione redasse un suo personale elenco di libri canonici comprendente il solo Vangelo di Luca e le lettere di Paolo (da tale elenco erano esclusi l’Antico Testamento, gli altri Vangeli e le restanti lettere).
Immediata giunse la replica con cui la Chiesa ribadì i libri ritenuti ispirati fin dal primo secolo.
Da allora furono stilate diverse liste di libri canonici quali, ad esempio, la lista di Ireneo o il canone muratoriano (intorno al 170 d.C.).
Col tempo il dibattito sui libri controversi finì gradualmente coll’esaurirsi.
Verso la fine del 4° secolo, nella sua trentanovesima Lettera pasquale, il vescovo Atanasio riconosce che il Nuovo Testamento è formato dai 27 libri che oggi conosciamo.
Le antiche testimonianze pervenuteci ci permettono di ricavare diversi elenchi di libri considerati come parte del canone neotestamentario nelle varie epoche (il simbolo X nella tabella che segue indica i testi effettivamente riconosciuti come canonici):
Libro | Ireneo (ca 130-200) | Canone Muratoriano (ca 170-210) | Eusebio di Cesarea (ca 260-340)(cfr. Storia Ecclesiastica 3.25) | Atanasio (ca 367, secondola 39° lettera pasquale) |
---|---|---|---|---|
Matteo | X | X | X | X |
Marco | X | X | X | X |
Luca | X | X | X | X |
Giovanni | X | X | X | X |
Atti degli apostoli | X | X | X | X |
Romani | X | X | X | X |
1 Corinzi | X | X | X | X |
2 Corinzi | X | X | X | X |
Galati | X | X | X | X |
Efesini | X | X | X | X |
Filippesi | X | X | X | X |
Colossesi | X | X | X | X |
1 Tessalonicesi | X | X | X | X |
2 Tessalonicesi | X | X | X | X |
1 Timoteo | X | X | X | X |
2 Timoteo | X | X | X | X |
Tito | X | X | X | X |
Filemone | X | X | X | X |
Ebrei | Non citato | Non citato | X | X |
Giacomo | X | Non citato | Discusso | X |
1 Pietro | X | Non citato | X | X |
2 Pietro | Non citato | Non citato | Discusso | X |
1 Giovanni | X | X | X | X |
2 Giovanni | X | X | Discusso | X |
3 Giovanni | Non citato | Non citato | Discusso | X |
Giuda | X | X | Discusso | X |
Apocalisse diGiovanni | X | X | X se ritenuto idoneo | X |
Altri libri | ||||
Sapienza | Non citato | X | Non citato | |
Apocalisse diPietro | Non citato | X | Non autentico | Non citato |
Pastore di Erma | Non citato | Per lettura privata | Non autentico | Lettura permessa |
Atti di Paolo | Non citato | Non citato | Non autentico | Non citato |
Lettera di Barnaba | Non citato | Non citato | Non autentico | Non citato |
Didachè | Non citato | Non citato | Non autentico | Lettura permessa |
Vangelo degliEbrei | Non citato | Non citato | Non autentico | Non citato |
Tabella ispirata all’articolo “Canon (NT)” tratto da The Illustrated Bible Dictionary, Leicester, InterVarsity Press, 1980, vol. 1, p. 241
Decisione umana o divina?
Quanto sopra esposto ci porta a concludere che non fu né la Chiesa né alcun’altra istituzione umana a stabilire d’autorità quali libri dovessero o non dovessero far parte della Bibbia.
Al contrario, sembra del tutto logico riconoscere con certezza che le Scritture si sono autenticate da sole, come ebbe a commentare Giovanni Calvino:
È dunque vana fantasticheria attribuire alla Chiesa il diritto di giudizio sulla Scrittura, come se ci si dovesse tenere a quello che gli uomini hanno stabilito per sapere se è parola di Dio oppure no. [...]
Infatti la Scrittura è in grado di farsi riconoscere per virtù potente e infallibile, così come le cose bianche o colorate mostrano il loro colore e le cose dolci o amare il loro sapore.
Per alcuni libri biblici il riconoscimento da parte della Chiesa avvenne gradualmente (non perché il testo biblico fosse messo in discussione ma a causa della limitatezza e della fallibilità del giudizio umano).
Degno di nota è il fatto che, pur non avendo mai indetto un concilio ecumenico al riguardo, tutte le chiese cristiane del mondo riconoscono grossomodo gli stessi libri della Bibbia.
Come non ravvisare in tutto ciò l’intervento di Dio?
Prospettiva storica: Lutero e il canone
L’atteggiamento del noto riformatore Martin Lutero rispetto ad alcuni libri canonici potrebbe sorprendervi.
Lutero espresse delle riserve sulla canonicità di diversi libri del Nuovo Testamento (Ebrei, Giuda e Apocalisse) ritenendoli non equiparabili agli altri libri biblici.
Arrivò a definire la Lettera di Giacomo una “lettera di paglia, priva di costrutto evangelico.
Occorre fare due brevi premesse:
- Lutero era soltanto un uomo e la sua parola non era ispirata come lo era stata quella degli scrittori biblici; potrebbe dunque essersi sbagliato, come sbagliano molti teologi ancora oggi... e come è avvenuto in questo caso!
- Lutero aveva le sue personali ragioni per mantenere tale posizione: la sconvolgente (ri)scoperta della salvezza per grazia mediante la fede.
Questa era, infatti, il fondamento e il fulcro della Riforma.
È comprensibile che Lutero avesse qualche difficoltà ad accettare una lettera – quella di Giacomo – in cui si rileva il valore delle opere quale segno visibile dell’autenticità della fede.
Tale atteggiamento non è poi molto diverso da quello che adottiamo anche noi scegliendo i testi biblici che vogliamo leggere e meditare e disinteressandoci degli altri.
A modo nostro, anche noi ci costruiamo un canone nel canone!
La Bibbia: Approfondimenti
- Che cos’è la Bibbia?
- La Bibbia è ispirata: cosa significa?
- La Bibbia e l'uomo
- Bibbia in Italia: origine e diffusione
- Un canone diverso dagli altri
- La Bibbia: un testo da trasmettere
- La Bibbia e la sua interpretazione
- La Bibbia: la legge o pentateuco
- La Bibbia: i vangeli
- La Bibbia: donne dell'Antico Testamento
- La Bibbia: donne del Nuovo Testamento
- La Bibbia e l'Apocalisse di Giovanni
- La Bibbia attraverso la pittura, il teatro e la letteratura
- La Bibbia e le lettere - Generalità
- La Bibbia e le lettere ai Romani, Corinzi, Galati, Efesini, Filippesi, Colossesi e Tessalonicesi
- La Bibbia e le lettere a Timoteo, Tito, Filemone, Ebrei, Giacomo, Pietro, Giovanni e Giuda
- La Bibbia attraverso la musica e il cinema
- La Bibbia: espressioni e modi di dire. Da A a L
- La Bibbia: espressioni e modi di dire – Da M a Z
- La Bibbia: 30 insegnamenti su Dio, Gesù e il diavolo
- La Bibbia e la morte
- La Bibbia: gli Atti degli Apostoli
- La Bibbia: Gesù, l’uomo Dio
Tratto da Fede Consapevole
Staff La Casa della Bibbia
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