Uno sbarramento costruito in tutta fretta
Tutto quello che è nato da Dio vince il mondo (1 Giovanni 5:4)
Nel corso dei tempi, le tradizioni della Chiesa romana si sono progressivamente erette come una diga, impedendo al flusso della Rivelazione divina di riversarsi sulle folle. Ora, il 16° secolo vede cedere in più punti questo sbarramento costituito nel corso delle generazioni da un clero cieco. Molti di questi bastioni cedono sotto la pressione dei fiumi di acqua viva che inondano l'Europa intera.
Lutero, Melantone ed altri istruiscono le popolazioni germaniche nella conoscenza biblica; Lefèvre d'Etaples insegna la Scrittura a Meaux; Tyndale e i suoi amici hanno sconvolto le concezioni teologiche dell'Inghilterra; John knox annuncia l'Evangelo della grazia divina ad Edimburgo. Ma è in Svizzera che il movimento dello Spirito di Dio è più forte: sotto la predicazione unita di Farel, Calvino, Froment, Saunier e Viret, regioni intere abbracciano la Riforma; a Zurigo, la voce di Zwingli pubblica con forza le verità bibliche. Altri testimoni proclamano lo stesso messaggio nella Svizzera Tedesca, nel Wurtemberg, in Alsazia, in Italia. Legioni sono gli evangelisti meno conosciuti, ma ugualmente convinti e convincenti, che attirano le folle, sconvolgono le tradizioni, spogliano gli edifici religiosi dalle loro statue, poi trasformano intere parrocchie in centri d'irradiazione spirituale; più ancora, depongono la dinamite dell'Evangelo sotto il «monolito» dell'insegnamento universitario, fino ad allora tenuto unicamente dal clero e ben presto tutto l'edificio della teologia scolastica crolla sotto la potenza del Signore.
Questo è più che sufficiente per suscitare la più violenta reazione religiosa della storia. Dapprima la chiesa romana si sforza di consolidare la costituzione che ha eretto attraverso i secoli. Per non rinunciarci, non risparmio alcuno sforzo, ricorrendo anche ai più vili espedienti per chiudere le barriere che si sono aperte davanti ai torrenti liberatori dell'Evangelo. Riuscì così a riparare questo sbarramento che aveva edificato, approfittando dell'ignoranza e della superstizione. Raggiungerà il suo scopo in una certa misura, poiché nel nostro 20° secolo l'impetuoso fiume della Rivelazione divina si scontra ancora - sempre - con le muraglie frettolosamente ricostruite nel 16° secolo.
Tuttavia, le sanzioni repressive applicate in diversi luoghi durante i primi anni della Riforma non produssero i risultati ritenuti scontati. Le spaccature dell'edificio sono ormai troppo evidenti.
Solo una energica azione di insieme può ancora salvare la massiccia costruzione del cattolicesimo. Il Papa Paolo III convoca dunque un Concilio che, per la gravità della situazione, deve rivestire un carattere « ecumenico» , cioè mondiale.
Riuniti a Trento nella primavera del 1546, i delegati del Papa, in numero di cinquanta circa, decretano all'unanimità il rifiuto di diverse dottrine adottate all'origine del cristianesimo. Rinnegano in particolare la decisione presa dal Concilio di Calcedonia (451), in cui 630 vescovi avevano escluso apocrifi del canone sacro. Decidono poi che la Scrittura non deve né circolare fra il popolo, né essere tradotta in lingua corrente, «poiché ne deriva dappertutto più male che bene». Infine, supremo oltraggio alla Parola Divina, elevano la tradizione dei Padri della Chiesa al livello della Rivelazione scritta, attribuendole sul piano dogmatico una autorità equivalente. Tutto questo a dispetto dell'accusa che Gesù Cristo rivolse agli esegeti della Sua epoca, e che gli inviati pontifici avrebbero dovuto ascoltare: Come sapete bene annullare il comandamento di Dio per osservare la tradizione vostra! (Marco 7:9).
Il concilio di Trento durò fino al 1563. Diciassette anni di discussioni, sul corso dei quali la Chiesa Cattolica confermò ufficialmente certi usi e costumi che si sono sviluppati progressivamente nel suo seno: le indulgenze, il purgatorio, la venerazione di Maria e dei santi, la transustanziazione, il celibato dei preti ecc.. Le persecuzioni aumentarono: arresti, incarcerazioni, supplizi, roghi, confisca e distruzione degli scritti sacri. Ignazio di Lojola, che ha studiato alla Sorbona alla stessa epoca di Calvino, fonda l'ordine dei Gesuiti: La maggior parte delle città sono asperse del sangue degli eroi. Innumerevoli furono allora i cristiani diventati testimoni, nel senso etimologico del termine, che, in greco, si scrive martire.
Il cattolicesimo non indietreggiò di fronte ad alcuna barbaria, raggiungendo spesso i suoi scopi per azioni di interposte persone: governatori, principi o imperatori. Nulla potrà far dimenticare l'ignominia di certi massacri che hanno macchiato la storia: nell'Italia del nord, in Spagna e nei Paesi Bassi, in Francia, la strage di San Bartolomeo (1572) e la Revocazione dell'Editto di Nantes (1685). Quest'ultimo avvenimento insanguinò tutta la Francia.
Si invitavano i numerosi Ugonotti ad abbandonare la fede, sotto la minaccia dei peggiori supplizi: bastonate, ruota, forca, cella segreta, rogo, galera. I cristiani si radunano nei boschi e nelle caverne. Quante volte interi gruppi di fedeli, traditi, subirono le persecuzioni collettive, la cui crudeltà non può essere paragonata che ai metodi repressivi usati contro i cristiani dei paesi dell'Est.
Alcuni di loro vennero imprigionati nella Torre di Costanza, ad Aigues-Mortes. Marie Durand ha 15 anni quando viene rinchiusa avendo rifiutato di rinnegare la sua fede; ne uscì a 53: 38 anni di detenzione nel corso dei quali non cessò di rianimare il coraggio dei suoi compagni di sventura.
Ancora oggi si può vedere sul bordo del cancello centrale della fortezza, l'iscrizione incisa dai prigionieri, questa sola parola che esprime tutto un messaggio e tutto un dramma: RESISTERE. Da più di due secoli, questo appello si rivolge ai credenti di tutta la Chiesa, con l'intento di prevenire atti di vigliaccheria e di debolezza. Dobbiamo stare attenti a questo nella nostra epoca in cui i compromessi in materia dottrinale sono più che mai alla moda.
Mentre le donne della Torre di Costanza compilarono il loro testamento spirituale, mentre gli eroi della fede marcirono nelle segrete di vari castelli o i galeotti cantavano salmi remando sulle Superbe, i protestanti d'Inghilterra e dei Paesi Bassi, allarmati da queste notizie, lottarono per ottenere la liberazione dei prigionieri. Essi versano riscatti elevati per alleggerire la loro sofferenza.
Infine la morsa si allenta, ma a condizione che i riformati francesi espatriano. Così la fine del 17° secolo coincide con un nuovo esodo. Sotto la «colonna di nube» dell'apparizione divina, il popolo eletto dei riscattati di Francia abbandona il suolo natio. Per gli uni, l'Atlantico è un nuovo «mar Rosso», che essi attraversano senza esitare, portando in America il dinamismo della loro fede vivente. Si scoprono tracce dell'influenza ugonotta in certi articoli della Costituzione degli Stati Uniti. Per altri, la terra promessa si chiama Ginevra, cantoni svizzeri, Paesi Bassi, Prussia orientale, Boemia o Inghilterra. La Francia è così privata dei suoi uomini migliori che, d'altra parte, arricchiranno la cultura dei popoli vicini con il loro genio creatore e con la loro profonda pietà.
Ma la Parola divina verrà forse sistematicamente sottratta agli abitanti della Francia? Non riuscirà forse ad aprirsi nonostante tutto una via in questa epoca in cui i veri testimoni di Cristo devono espatriare? I mezzi divini sono illimitati. Il Signore suscita allora in seno alla Chiesa romana membri del clero e laici che hanno a cuore di ritradurre e di ristampare la Scrittura. Nonostante le minacce, questi servitori misconosciuti intraprendono questo lavoro, spesso soli senza appoggi e senza mezzi. Molte traduzioni restano incompiute, perché i loro autori sono stati messi in prigione; altri non saranno mai pubblicate, essendo state confiscate alla tipografia dalle autorità religiose o politiche. Nondimeno fra il 16° e il 19° secolo nascono più di 90 versioni bibliche in seno al cattolicesimo francese.
Queste traduzioni porteranno il messaggio divino a moltissimi fedeli che, senza di esse, l'avrebbero totalmente ignorato. Esaminiamo la storia di una di queste edizione clandestine, attraverso la quale il testo sacro pose la sua impronta nella società del 17° secolo, nel momento in cui la letteratura francese giungeva all'apice della sua gloria. Isaac Lemaitre aveva geniyori ugonotti.
Dalla più tenera infanzia, fu istruito nelle sacre Lettere, e questo fece nascere in lui un amore profondo per la Parola di Dio. Suo padre fu arrestato a causa delle sue convinzioni religiose, e rinchiuso alla Bastiglia, dove morì nel 1619. Isaac e i suoi quattro fratelli furono allevati da religiose; ma la profonda impronta della Bibbia in lui trionfò sull'influenza della tradizione.
Isaac si decise ad entrare nei giansenisti; egli vi vedeva l'occasione di poter esprimere la sua consacrazione intera al Signore. Più tardi, fu nominato priore dell'Abbazia di Port-Royal, dove l'élite intellettuale della capitale si dava appuntamento.
Sotto l'influenza del suo priore, l'Abbazia di Port-Royal prese dal 1640 l'iniziativa di lavorare ad una traduzione francese del Nuovo Testamento. Ma ben presto si manifestò una sorda opposizione, cosicché il progetto non poté essere messo in atto che nel 1657, cioè 17 anni più tardi. Isaac Lemaistre perseverò nelle sue intenzioni ed associò alla sua opera suo fratello Antonio e molti altri sapienti che soggiornavano a Port-Royal. Fra questi, è d'obbligo citare il grande Pascal, che decise l'uso di certe espressioni e lo stile di questa versione del Nuovo Testamento.
Mentre gli eruditi studiavano il testo sacro, le religiose si davano il cambio per presentare a Dio le loro preghiere in favore dei traduttori. Ma la Sorbona non voleva che una edizione cattolica della Parola di Dio fosse data al pubblico. Per circa sei anni i traduttori si ritrovavano di nascosto, in luoghi diversi di Parigi, per continuare il loro grande compito.
Il 13 maggio del 1666, tutto era pronto. Al manoscritto mancava soltanto la prefazione, per la quale Lemaistre si stava recando da uno dei suoi amici nella capitale, dove aveva appuntamento con i responsabili dell'ultima revisione. Mentre passava proprio vicino alla Bastiglia, un commissario civile, strumento dei Gesuiti, l'arrestò e, senza altra forma di processo, lo fece rinchiudere nella celebre prigione... in cui suo padre era morto 50 anni prima. Ma Dio sapeva ciò che stava per fare.
Il Nuovo Testamento tradotto da Isaac Lamaistre conobbe un grandissimo successo. Luigi XIV ordinò perfino la stampa di 20.000 esemplari a sue spese. Gli sforzi del clero non riuscirono ad impedire la sua diffusione in tutti i paesi di lingua francese.
Isaac Lemaistre, che restò per più di due anni alla Bastiglia, non perdeva tempo. Il 30 ottobre del 1668, completò la sua traduzione dell'Antico Testamento e l'indomani, 1° novembre, quando nulla lo lasciava prevedere, fu liberato dalla sua prigionia, senza sapere il motivo...
Dio aveva voluto che restasse due anni dietro le mura della Bastiglia per completare in tutta calma una traduzione eccellente che non presenta che un punto debole, quello di aver riportato gli errori della Vulgata latina, versione ufficiale del cattolicesimo. L'opposizione tuttavia non si era arresa; prese soltanto un'altra forma. La Sorbona obbligò Lemaistre a pubblicare insieme alla sua traduzione dell'Antico Testamento, alcune note molto consistenti, in cui la dottrina cattolica fosse esposta in dettaglio. Questa imposizione ritardò di 24 anni la comparsa della Bibbia completa. L'Antico Testamento fu pubblicato in più volumi, e questo ne aumentava il prezzo e ne bloccava la diffusione. Il clero riportò così la vittoria in una nuova fase della battaglia, sottraendo la Scrittura alla gente di condizioni modesta.
La storia di Lemaistre prova ancora una volta la verità di questa parola apostolica: Ricòrdati di Gesù Cristo, risorto dai morti, della stirpe di Davide, secondo il mio vangelo, per il quale io soffro fino ad essere incatenato come un malfattore; ma la parola di Dio non è incatenata. (2 Timoteo 2:8, 9).
Nella Chiesa Cattolica, il Signore disponeva e dispone di strumenti per liberare la Sua Parola. Lo sforzo considerevole intrapreso ai giorni nostri, sotto gli auspici del clero, per produrre nuove versioni della Bibbia, mostra che nel grembo della Chiesa Cattolica la Scrittura riconquista progressivamente un terreno che gli era stato sottratto dalle ordinanze del Concilio di Trento. auguriamoci che si tratti di un movimento irreversibile, pegno di vittorie ancora più decisive.