Il commentario del Nuovo Testamento di J. Mac Arthur - 2 Timoteo
John Mac Arthur
Paolo stava passando le consegne del ministero al suo figlio spirituale e lo esorta a perseverare con forza e con fedeltà (2:1). Egli comprendeva che Timoteo, nonostante la sua fermezza personale nella dottrina e il suo comportamento fedele a Dio, era incline a vacillare. Perciò gli ricordò che "Dio infatti ci ha dato uno spirito non di timidezza, ma di forza, d’amore e di autocontrollo" e gli comandò amorevolemente di "non aver dunque vergogna della testimonianza del nostro Signore" .
Le sue ultime parole a Timoteo contengono qualche lode, ma molti ammonimenti, tra cui 25 imperativi o ordini, due dei quali sono citati qui sopra. Nove degli imperativi sono nel capitolo 4, che è la parte più personale dell’epistola.
Come in tutti i suoi commentari, John MacArthur non si propone di fare un’opera di linguistica, teologia o ermeneutica, ma spiega, con fedeltà ai testi originali, il significato di ciò che Paolo voleva comunicare al suo collaboratore e a tutti noi.
Lo fa con serietà e con profonda comprensione del contenuto di questa epistola che costituisce anche il testamento spirituale del grande apostolo.
Autore | John Mac Arthur |
Pagine | 216 |