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Risorgimento e protestanti
G. Spini
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Risorgimento e protestanti
G. Spini pag. 423. Il grande storico fiorentino delinea un approccio al Risorgimento del tutto originale: quello dall'angolo visuale della storia del cristianesimo, con particolare riguardo all'area internazionale della Riforma protestante. In effetti, l'epopea risorgimentale ebbe il suo primo manifesto ideale nell'Histoire des Républiques Italiennes du Moyen Age di Sismondi e il maieuta tenace della sua cultura liberale in Vieusseux: entrambi espondenti di quel cristianesimo riformato che aveva il suo centro nel protestantesimo di Ginevra. Dopo il 1830 subentrarono i fervori del "Risveglio" e le dottrine di Vinet sull'indipendenza della chiesa dallo stato, di cui avvertirono influenze più o meno profonde Lambruschini e Ricasoli, Mayer e Montanelli, Mamiani e lo stesso Cavour. Negli anni cruciali dell'unificazione italiana, la convinzione che il Risorgimento portasse a una riforma religiosa dell'Italia e alla distruzione del Papato valse a Cavour l'appoggio entusiastico degli "evangelicals" inglesi capeggiati da Lord Shaftesbury e a Garibaldi la solidarietà dei protestanti di Gran Bretagna e Stati Uniti. In questo clima di attese millenaristiche si affermano in Italia cospicui nuclei evangelici, che si consolidano nonostante persecuzioni governative e violenze sanfediste. La fine del Risorgimento segna il tramonto delle grandi illusioni, ma non la scomparsa di questo protestantesimo italiano dai connotati assai originali.
Autore | G. Spini |
Pagine | 423 |
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