Temi come la vocazione e la fede permettono d’entrare negli effetti della salvezza per l’uomo. Quel che Cristo ha procurato alla croce è così declinato sul piano esistenziale. Com’è possibile che il sacrificio compiuto da Cristo una volta per sempre alla croce si applichi a persone e circostanze diverse? Nel linguaggio corrente la conversione evoca il passaggio da una religione ad un’altra, la rivitalizzazione della vita ricevuta col battesimo o il cambiamento di preferenza e abitudine. Nella Scrittura si ha un significato assai diverso.
Siccome la chiesa è “l’assemblea dei chiamati”, la salvezza consiste nell’essere chiamati da parte dello Spirito di Dio. La persona si ravvede della sua disubbidienza, crede che Cristo col suo sacrificio abbia cancellato i suoi peccati e si colloca sotto il dominio di Dio nella comunità dell’alleanza. La conversione è quindi credere o affidarsi a Lui implicando un definitivo cambiamento di signoria. Ci si può allora chiedere se la chiamata di Dio sia sufficiente ed efficace o se l’uomo cooperi in qualche modo. È allora la volta della fede e della sua certezza. È possibile perderla? Nello sfondo si staglia l’idea della perseveranza.
Autore
Francesco Turrettini (1623-1687) A cura di Pietro Bolognesi
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